Cris490 -> RE: gennaio 2010 (5.11.2009 15:05:38)
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I segnali veri e falsi del travaglio Così il corpo si prepara al parto. Il conto alla rovescia sta per cominciare: manca poco più di una settimana alla data presunta del parto, che in genere, però, è soltanto indicativa. Il travaglio, infatti, può cominciare anche 15 giorni prima o ritardare di una decina. Ogni parto e ogni travaglio, infatti, seguono un loro corso e non esiste una tabella di marcia valida per tutte le donne. In ogni caso, alcuni segnali, dalle fitte alle contrazioni, indicano l'inizio delle doglie, ma vanno però distinti dai falsi allarmi. In particolare, a trarre in inganno la futura mamma possono essere le cosiddette false contrazioni, cioè quelle che, pur preannunciando il travaglio, non coincidono con il suo inizio. Riconoscerle aiuta la donna a non mettersi in ansia e ad aspettare quelle vere con maggiore tranquillità. Nei giorni precedenti Non esistono regole fisse che preannuncino l'inizio del travaglio; ci sono tuttavia alcuni segnali che possono indicare che il bimbo nascerà presto; alcuni di questi possono manifestarsi qualche giorno prima dell'inizio del travaglio. Ecco quali. Il distacco del tappo mucoso. La perdita del tappo mucoso non provoca dolore e perciò può passare inosservata se, per esempio, si verifica mentre si va in bagno. Il tappo mucoso è costituito dal muco che fino a quel momento chiudeva il collo dell'utero isolando la cavità uterina dall'ambiente esterno. Si tratta di una perdita di consistenza gelatinosa (più densa delle perdite vaginali che compaiono in gravidanza) e può essere striata di rosa o di rosso. La presenza di gocce di sangue e dovuta alla rottura dei vasi capillari che si verifica quando l'utero comincia a dilatarsi. La comparsa di doloretti. Si tratta di dolori simili a quelli mestruali che coinvolgono anche la parte bassa della schiena: è probabile che il travaglio abbia inizio nel giro di qualche giorno. Comunque, è consigliabile distrarsi, aspettare e, soprattutto, non allarmarsi: l'utero si sta semplicemente preparando. Le false contrazioni. Le false contrazioni compaiono a intervalli irregolari, in genere non sono ravvicinate tra loro (in alcuni casi, però, possono presentarsi anche a intervalli di 5-10 minuti) e possono cessare all'improvviso. L'intensità del fastidio è più o meno sempre la stessa e non tende ad aumentare progressivamente. Comunque, anche per questo, tali contrazioni mettono la futura mamma sul chi va là. Quando si capisce che si tratta di false contrazioni è consigliabile cercare di occuparsi d'altro. Non sentirsi deluse: anche tali contrazioni hanno una loro funzione, si tratta di una prova generale per l'utero detta fase podromica, ossia periodo preparatorio, molto utile prima del travaglio e che può durare in alcuni casi anche qualche giorno, con lunghe pause. Le contrazioni vere. Le contrazioni vere si susseguono a intervalli regolari di tempo, all'inizio ogni 30-15 minuti circa, poi via via con frequenza sempre più ravvicinata e intensità crescente. Diventano progressivamente sempre più dolorose, a differenza di quelle false. Il passaggio dalle contrazioni false a quelle vere non è sempre netto, ma queste ultime possono essere facilmente riconosciute per le loro particolari caratteristiche. Le vere contrazioni, una volta iniziate, non si interrompono; le pause sono regolari e via via sempre più brevi; un'altra caratteristica che contraddistingue le contrazioni che avviano il travaglio è rappresentata dal fatto che il dolore provocato dal continuo e progressivo "stiramento" della muscolatura del collo dell'utero scompare tra una contrazione e l'altra. Quando andare in ospedale. In base alla frequenza...... Misurare frequenza e durata delle contrazioni alla loro comparsa, usando un orologio con lancetta dei secondi. La frequenza va controllata misurando l'intervallo tra una contrazione e quella successiva; di solito, all'inizio e tra i 30 e i 15 minuti. ...... e alla durata. La durata si calcola da quando comincia a quando finisce ogni singola contrazione. Di solito, all'inizio e di circa 15-20 secondi. É consigliabile andare in ospedale quando le contrazioni si succedono a circa una distanza di 5-10 minuti (dipende da quanto dista l'ospedale, se è vicino ci si può avviare quando l'intervallo è pari a circa 4 minuti) e quando hanno una durata di 40-50 secondi circa. Le due fasi La prima parte del travaglio è in genere più lunga, mentre gli ultimi "centimetri" di dilatazione vengono conquistati in tempi più veloci. Le contrazioni si intensificano e si avvicinano una all'altra man mano che la nascita diventa imminente. Quando la dilatazione della cervice (collo dell'utero) è attorno agli 8-10 centimetri le contrazioni possono essere molto intense (possono durare 90 secondi e più) e molto vicine tra di loro (ogni uno-due minuti circa). Le contrazioni tuttavia sono più forti nel fondo uterino (la parte alta). In basso, lo spessore della muscolatura dell'utero è infatti minore e molto scarso nel segmento inferiore (collo dell'utero). La fase finale del travaglio dura in genere da 30 minuti a due ore ed è la più difficile da sopportare, poiché tra una contrazione e l'altra non si fa in tempo a riposare. Quando il collo dell'utero è dilatato al punto da combaciare con la circonferenza della testa del bambino, inizia la fase espulsiva, ossia quella delle spinte. Un "massaggio" al bambino Durante il travaglio, tramite le contrazioni, la cervice si dilata, aprendo così il passaggio al bambino. La fuoriuscita del bebè è favorita dalla disposizione della muscolatura dell'utero: il piccolo non riuscirebbe ad uscire se la muscolatura della parte inferiore opponesse una resistenza uguale e contraria a quelle impressa dal fondo dell'utero. In pratica, l'utero non si indurisce in modo uniforme come una palla, ma la contrazione della parte superiore spinge il piccolo verso quella inferiore, più morbida e debole perché dotata di una fascia muscolare molto sottile. Durante tutto il travaglio, il bambino viene massaggiato ad ogni contrazione. L'utero si indurisce per poi rilassarsi completamente durante l'intervallo successivo. Il continuo alternarsi di compressioni e rilassamenti agisce dunque sul bebè come un massaggio che stimola tutte le funzioni del suo organismo preparandolo alla nascita. L'utero si allena. Talvolta la donna sente l'utero contrarsi già al quinto-sesto mese di gravidanza. All'improvviso, il pancione diventa duro, come una sorta di palla, e resta tale per qualche istante. Tali contrazioni possono anche ripetersi più volte nell'arco della giornata. La caratteristica che le contraddistingue è che non sono dolorose. Sono definite in termini medici contrazioni Braxton Hicks. In genere, la futura mamma consulta il ginecologo che la tranquillizzerà; si tratta di un fenomeno naturale. Le contrazioni fanno la loro comparsa tra il quinto e il sesto mese perché in questa fase il piccolo raddoppia le sue dimensioni e l'utero deve adattarsi a contenerlo. Dopo il settimo mese le contrazioni non dolorose tendono a diminuire perché il bebè cresce più gradualmente. E ora in ospedale ! Le doglie possono presentarsi anche una o due settimane prima dalla data presunta del parto. La scadenza infatti, è soltanto indicativa e il piccolo può dare segnali di voler venire allo mondo anche 15 giorni prima o farsi aspettare per un periodo altrettanto lungo dopo il termine. Per questo, si considerano a termine o comunque nella norma le gravidanze che si concludono in un periodo compreso tra la 36°-37° settimana e la 40°, nonché quelle entro la 42°. In ogni caso, è bene non farsi cogliere impreparate al momento delle doglie che, appunto, possono arrivare inaspettate. Che cosa mettere nella valigetta per sè e per il nascituro? Dalla camicia da notte ai documenti sanitari, dal walkman con la cassetta di musica che rilassa ai capi per il bebè, ecco cosa deve sapere la futura mamma. I documenti utili. Di fondamentale importanza e la cartella clinica di maternità, ossia la raccolta completa degli esiti dei vari esami eseguiti in gravidanza che saranno indispensabili ai medici per valutare l'andamento del travaglio e del parto in base alle caratteristiche della gravida e per adottare eventuali precauzioni; da non dimenticare anche le ecografie del piccolo che daranno al ginecologo ostetrico la "fotografia" non solo dello sviluppo del nascituro ma anche della posizione del bebè stesso, il punto di innesto della placenta, e così via. Portare documenti personali come la carta d'identità e il tesserino della Usl e quello del gruppo sanguigno (o gli esiti di esami che lo hanno identificato). Se la donna non è sposata e convive con il compagno possono essere necessari due stati di famiglia (del padre e della madre). Prepararsi per tempo. E consigliabile preparare la valigetta 20 giorni prima della dalla presunta per non trovarsi poi a dimenticare le cose necessarie. É utile stilare un elenco di ciò che non dovrà mancare (può essere fornito dall'ospedale). La futura mamma può includere oggetti personali come la crema idratante per il viso. Già all'inizio del nono mese, stendere un promemoria da tenere bene in vista (accanto a telefono, sul comodino) con le istruzioni da seguire o da fare seguire prima del ricovero (cose da mettere in valigia all'ultimo momento come lo spazzolino da denti o i trucchi; persona da avvisare con relativi numeri telefonici, telefono dell'ospedale, del taxi, dell'ambulanza). Per la mamma. Una camicia di cotone per il parto, completamente aperta, con bottoni sul davanti, a maniche corte sopra il gomito per facilitare l'inserimento di eventuali flebo e corta (perché non ostacoli i movimenti); due camicie da notte per la permanenza in ospedale aperte davanti per permettere l'allattamento; due reggiseni da allattamento con coppe in cotone, apribile (si consideri acquistare una taglia in più rispetto all'ultima portata in gravidanza perché il seno aumenta notevolmente di volume con la montata lattea); una confezione di coppette assorbilatte (dischetti assorbenti usa e getta per la protezione igienica del seno che riparano gli indumenti dalla fuoriuscita di latte); una fascia o una guaina post-parto per sostenere eventualmente l'addome ed evitare quindi il rilassamento dei muscoli; mutande alte con elastici morbidi al giro gamba per trattenere bene di assorbenti (in commercio si trovano anche in carta usa e getta o in rete morbida); assorbenti igienici consistenti, pannolini: vanno benissimo quelli specifici per neonati; un sacchetto in tela per riporre la biancheria sporca; una vestaglia, un paio di pantofole, due paia di calzerotti di cotone o di lana; un paio di manopole di spugna e asciugamani di varie misure per l'igiene personale; fazzoletti di carta e un tovagliolo. Per il bebè. Tre magliette in cotone, lana e cotone o lana: in quest'ultimo caso, è bene portare anche quattro camicini di batista aperti dietro da fare indossare a contatto con la pelle; tre coprifasce in cotone o lana (a seconda della stagione); tre ghettine in spugna o mutandine (per la stagione calda); tre paia di calzini di cotone; tre bavaglini in batista per i rigurgiti; una sacca in cotone che riporti il nome e cognome della madre nella quale andrà riposto il corredino per il piccolo; l'abbigliamento per il giorno in cui si ritornerà a casa. Quando uscire da casa. L'ospedale è lontano ? Se si teme di non arrivare in tempo o se è prossima l'ora di punta e si ha paura di restare bloccate nel traffico è consigliabile avviarsi anche se le contrazioni non sono frequenti (ogni quindici minuti circa). L'ospedale è vicino ? Se è raggiungibile in un quarto d'ora circa non c'è motivo di farsi prendere dal panico; specialmente per chi è al primo figlio ci sarà da aspettare alcune ore prima che inizi la fase espulsiva. Se tutto procede regolarmente, per non rimanere a lungo in sala travaglio conviene andare in ospedale quando le contrazioni sono ravvicinate, a distanza di circa 5 minuti l'una dall'altra. Non indugiare se...... ...... si rompono le acque anche se non sono ancora cominciate le contrazioni. A questo punto, il bebè non è più difeso dall'ambiente esterno ed è esposto a possibili infezioni. ...... compaiono perdite di sangue rosso vivo: possono essere dovute a un problema della placenta che va affrontato subito. ...... si è in preda all'ansia. Ci sono donne che preferiscono restare a casa il più lungo possibile; altre si sentono più sicure in ospedale. L'importante è sentirsi tranquille. Qualche consiglio. Alla comparsa delle contrazioni non è necessario sdraiarsi: fare qualche cosa può essere d'aiuto per sopportare meglio il dolore o per attenuare l'ansia. Si può per esempio leggere, ascoltare musica, riordinare la casa o farsi massaggiare la schiena dal partner. Farsi una doccia: il flusso dell'acqua ha un potere antidolorifico. Non mangiare o limitarsi ad uno spuntino perché durante le fase avanzata del travaglio possono presentarsi attacchi di nausea o vomito; inoltre, se dovesse rendersi necessaria un'anestesia è preferibile che la donna sia a stomaco vuoto.
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