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Varicella e gravidanza

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4.3.2015

La varicella, se contratta durante la gravidanza, costituisce un importante problema per possibili gravi complicanze, sia a carico della madre che del bambino.

Varicella e gravidanza


Varicella e gravidanza
La varicella, se contratta durante la gravidanza, costituisce un importante problema per possibili gravi complicanze, sia a carico della madre che del bambino.
Le donne che durante la gravidanza contraggono la varicella sono a rischio di complicazioni gravi. 
Il 10-20% delle donne contraggono la varicella durante la gravidanza si ammalano polmonite, con un rischio di decesso pari al 40%. 
Se la varicella viene contratta nel primo o nel secondo trimestre, c’è un rischio minimo che il bambino nasca con malformazioni congenite raggruppate sotto la definizione di “sindrome da varicella congenita”. I neonati affetti dalla sindrome da varicella congenita possono avere un basso peso alla nascita, avere cicatrici sulla pelle e problemi agli arti, al cervello e agli occhi.
I neonati la cui madre manifesta l’eruzione cutanea da 5 a 2 giorni prima del parto sono a rischio di ammalarsi di varicella subito dopo la nascita, con un rischio di decesso pari al 30%.
Data la possibile gravità degli effetti che la varicella contratta in gravidanza può provocare, è ormai prassi suggerire l’esame del sangue e l’eventuale vaccino prima di iniziare a cercare un bambino.
Quando questo non sia stato fatto, la gestante dovrebbe quindi parlare con il proprio medico per capire se è protetta (immune) dalla varicella. Per avere la certezza di essere immune, è necessaria almeno una delle prove seguenti:
documentazione che attesti la somministrazione di due dosi di vaccino contro la varicella,
esami del sangue che indichino che si è immuni alla varicella,
diagnosi medica di episodi precedenti di varicella o herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio).
Se la gestante non ha mai sofferto di varicella in passato, il modo migliore per proteggersi è la vaccinazione, tuttavia il vaccino anti-varicella non va eseguito durante la gravidanza. La donna in gravidanza non immune potrebbe invece ricevere il vaccino subito dopo il parto, la prima dose può essere somministrata prima delle dimissioni dall’ospedale e la seconda dopo 6-8 settimane, durante la visita di controllo. Il vaccino non è controindicato per le madri che allattano.
Chi desidera avere un figlio ma non è immune dalla varicella dovrebbe farsi vaccinare almeno 1-3 mesi prima del concepimento. Non è consigliabile farsi vaccinare durante la gravidanza o nei 30 giorni precedenti il concepimento.
Se la gestante non è immune dalla varicella, chi vive con lei dovrebbe essere protetto. Se i famigliari non hanno ancora fatto la varicella, farli vaccinare è il modo più efficace per proteggere la gestante dalla malattia.
Le donne in gravidanza non devono entrare in contatto con persone portatrici del virus, compresi i pazienti appena vaccinati e quelli che sono colpiti da una forma molto lieve di varicella (con febbre lieve o senza febbre e con meno di 50 lesioni cutanee). La varicella lieve è comunque contagiosa.
La varicella è una delle malattie infettive più contagiose, soprattutto nei primi stadi dell’eruzione. La trasmissione da persona a persona avviene per via aerea mediante le goccioline respiratorie diffuse nell’aria quando una persona affetta tossisce o starnutisce, o tramite contatto diretto con lesione da varicella o zoster. 
La contagiosità inizia da 1 o 2 giorni prima della comparsa dell’eruzione e può durare fino alla comparsa delle croste.
Per ammalarsi di solito sono necessari da 10 a 21 giorni dal contatto con la persona infetta (tempo di incubazione), ma la media più comune è 14 giorni.


Le donne che durante la gravidanza contraggono la varicella sono a rischio di complicazioni gravi. 

Il 10-20% delle donne contraggono la varicella durante la gravidanza si ammalano polmonite, con un rischio di decesso pari al 40%. 

Se la varicella viene contratta nel primo o nel secondo trimestre, c’è un rischio minimo che il bambino nasca con malformazioni congenite raggruppate sotto la definizione di “sindrome da varicella congenita”. I neonati affetti dalla sindrome da varicella congenita possono avere un basso peso alla nascita, avere cicatrici sulla pelle e problemi agli arti, al cervello e agli occhi.

I neonati la cui madre manifesta l’eruzione cutanea da 5 a 2 giorni prima del parto sono a rischio di ammalarsi di varicella subito dopo la nascita, con un rischio di decesso pari al 30%.

Data la possibile gravità degli effetti che la varicella contratta in gravidanza può provocare, è ormai prassi suggerire l’esame del sangue e l’eventuale vaccino prima di iniziare a cercare un bambino.
Quando questo non sia stato fatto, la gestante dovrebbe quindi parlare con il proprio medico per capire se è protetta (immune) dalla varicella. Per avere la certezza di essere immune, è necessaria almeno una delle prove seguenti:

  • documentazione che attesti la somministrazione di due dosi di vaccino contro la varicella
  • esami del sangue che indichino che si è immuni alla varicella
  • diagnosi medica di episodi precedenti di varicella o herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio).

 

Se la gestante non ha mai sofferto di varicella in passato, il modo migliore per proteggersi è la vaccinazione, tuttavia il vaccino anti-varicella non va eseguito durante la gravidanza. La donna in gravidanza non immune potrebbe invece ricevere il vaccino subito dopo il parto, la prima dose può essere somministrata prima delle dimissioni dall’ospedale e la seconda dopo 6-8 settimane, durante la visita di controllo. Il vaccino non è controindicato per le madri che allattano.
Chi desidera avere un figlio ma non è immune dalla varicella dovrebbe farsi vaccinare almeno 1-3 mesi prima del concepimento. Non è consigliabile farsi vaccinare durante la gravidanza o nei 30 giorni precedenti il concepimento.
Se la gestante non è immune dalla varicella, chi vive con lei dovrebbe essere protetto. Se i famigliari non hanno ancora fatto la varicella, farli vaccinare è il modo più efficace per proteggere la gestante dalla malattia.

Le donne in gravidanza non devono entrare in contatto con persone portatrici del virus, compresi i pazienti appena vaccinati e quelli che sono colpiti da una forma molto lieve di varicella (con febbre lieve o senza febbre e con meno di 50 lesioni cutanee). La varicella lieve è comunque contagiosa.

La varicella è una delle malattie infettive più contagiose, soprattutto nei primi stadi dell’eruzione.
La trasmissione da persona a persona avviene per via aerea mediante le goccioline respiratorie diffuse nell’aria quando una persona affetta tossisce o starnutisce, o tramite contatto diretto con lesione da varicella o zoster. 
La contagiosità inizia da 1 o 2 giorni prima della comparsa dell’eruzione e può durare fino alla comparsa delle croste. Per ammalarsi di solito sono necessari da 10 a 21 giorni dal contatto con la persona infetta (tempo di incubazione), ma la media più comune è 14 giorni.

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