I sogni del bebè cominciano nel pancione
A partire dall'ottava settimana di gestazione il feto nell'utero inizia una vera e propria attività onirica. Così comincia a modellare una forma di coscienza primaria..
I primi sogni arrivano già nell'utero materno: infatti, a 8 settimane di gestazione, esiste una vera e propria attività onirica, e, per la maggior parte del tempo, in fase rem.
Tutto ciò con una funzione ben precisa che si è sviluppata nel corso dell'evoluzione: realizzare una forma di coscienza primaria che ci aiuta a venire al mondo con una sorta di mappa o saperi di base.
A spiegare e raccontare questo mondo, che tanta letteratura, arte e psicologia ha ispirato nel corso dei secoli è Allan Hobson, professore emerito di psichiatria alla Harvard Medical School.
«Sogniamo perchè il nostro cervello viene attivato durante il sonno - rivela - l'interpretazione freudiana dei sogni non c'entra niente. Il sogno è una creazione del nostro cervello, diversa da quella della veglia. Quando dormiamo non ci svegliamo perchè l'organo cerebrale è attivo, ma in modalità offline. Durante il sogno facciamo esperienze simili a quella della veglia, ma immaginandole».
Nel corso di vari esperimenti, condotti su gemelli, adulti e gatti, Hobson ha rilevato che il neonato ha una fase rem 4 volte più lunga dell'adulto (in cui è pari al 15-20% del sonno), nei neonati prematuri è del 5% maggiore rispetto ai nati a termine, e nell'utero materno occupa l'82-90% circa del sonno.
«Quando il feto è nell'utero materno - prosegue Hobson - inizia a sognare dopo 8 settimane di gestazione, parallelamente allo sviluppo del sistema di attivazione oculare, necessario per perchè si crei la coscienza».
Se col linguaggio si crea la cosiddetta coscienza secondaria, quella che ci consente l' astrazione e di cimentarci nella letteratura, matematica e altre creazioni, nel grembo materno invece, così come avviene anche negli altri mammiferi e negli uccelli, i bambini iniziano «a sviluppare una protocoscienza o coscienza primaria. In altre parole si crea e si viene al mondo già con una mappa del mondo, diversa ovviamente da quella dell'adulto».
Il neonato è, come lo definisce Hobson, un "protoindividuo" «che sa che può muoversi e vedere. Il sonno rem è un protosonno, una fase iniziale dello sviluppo, come dimostra il fatto che è più presente negli individui giovani, e al tempo stesso tardiva dell'evoluzione della specie umana e animale».
fonte: Leggo