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I rimedi fitoterapici da evitare in gravidanza

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22.4.2015

Prima di iniziare un trattamento fitoterapico in gravidanza è indispensabile consultare uno specialista: alcune piante sono totalmente controindicate durante la gravidanza in quanto pericolose o tossiche per la mamma e per il feto

I rimedi fitoterapici da evitare in gravidanza

 

Gravidanza: le piante vietate
Alcune piante, invece, sono controindicate durante la gravidanza. "In sintesi, ci sono quattro grandi famiglie di piante da evitare durante la gravidanza: quelle che rendono l’utero più tonico, quelle che hanno un effetto ormonale, le piante che alterano la coagulazione del sangue e quelle che irritano l’intestino", spiega la nostra ginecologa e fitoterapeuta.
Le piante uterotoniche (semi di fieno greco, foglie del rovo, foglie della mentuccia, fiori del tanaceto, foglie dell’uva ursina, ecc.) possono provocare contrazioni e quindi favorire l’aborto.
Le piante con effetto ormonale (foglie di salvia officinale o salvia sclarea, rizoma di cimicifuga, soia, luppolo, stevia, radici di ginseng ed eleuterococco) sono sconsigliate nel terzo trimestre della gravidanza perché un apporto di estrogeni può interferire con l’annidamento.
Le piante irritanti per l’intestino (corteccia di cascara, foglie di senna, corteccia di frangula, radice di rabarbaro cinese) possono causare spasmi che a loro volta possono indurre le contrazioni.
Dato che i fattori della coagulazione sono già in aumento nella donna incinta, l’assunzione di piante che alterano la coagulazione del sangue (radici di ginseng e di angelica cinese) possono causare la formazione di coaguli e quindi rappresentano fattori di rischio per le flebiti.
"Anche l’echinacea è sconsigliata, per prevenire il rischio di insorgenza di allergie nel feto", aggiunge Caroline Gayet. Altre piante da evitare in gravidanza sono: la valeriana, l’iperico, la propoli, la curcuma, ecc.
Se sei incinta e desideri scoprire la fitoterapia, parlane prima con il tuo medico e poi rivolgiti al tuo farmacista o a un naturopata, gli unici in grado di consigliarti al meglio.

In gravidanza è decisamente sconsigliato curarsi da sole con le piante: bisogna evitare l’automedicazione in fitoterapia perché può avere effetti secondari o interagire con eventuali trattamenti in corso.

In sintesi ci sono quattro grandi famiglie di piante da evitare durante la gravidanza: quelle che rendono l’utero più tonico, quelle che hanno un effetto ormonale, le piante che alterano la coagulazione del sangue e quelle che irritano l’intestino.

Le piante uterotoniche (semi di fieno greco, foglie del rovo, foglie della mentuccia, fiori del tanaceto, foglie dell’uva ursina, ecc.) possono provocare contrazioni e quindi favorire l’aborto.

Le piante con effetto ormonale (foglie di salvia officinale o salvia sclarea, rizoma di cimicifuga, soia, luppolo, stevia, radici di ginseng ed eleuterococco) sono sconsigliate nel terzo trimestre della gravidanza perché un apporto di estrogeni può interferire con l’annidamento.

• Le piante irritanti per l’intestino (corteccia di cascara, foglie di senna, corteccia di frangula, radice di rabarbaro cinese) possono causare spasmi che a loro volta possono indurre le contrazioni.

Dato che i fattori della coagulazione sono già in aumento nella donna incinta, l’assunzione di piante che alterano la coagulazione del sangue (radici di ginseng e di angelica cinese) possono causare la formazione di coaguli e quindi rappresentano fattori di rischio per le flebiti.

Altre piante da evitare in gravidanza sono: la valeriana, l’iperico, la propoli, la curcuma e l’echinacea (per prevenire il rischio di insorgenza di allergie nel feto)

Prima di iniziare un trattamento fitoterapico è quindi indispensabile consultare il medico e accertarsi inoltre della provenienza dei prodotti: non comprare su internet, ad eccezione dei siti riconosciuti come affidabili, perché alcune piante possono contenere delle sostanze tossiche (metalli pesanti o pesticidi).

Se sei incinta e desideri ricorrere alla fitoterapia, parlane prima con il tuo medico e poi rivolgiti al tuo farmacista o a un naturopata, gli unici in grado di consigliarti al meglio.

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