I disturbi del seno durante l’allattamento
Durante l’allattamento al seno possono verificarsi alcuni fastidiosi disturbi, tra questi i più diffusi sono le ragadi, l’ingorgo mammario e la mastite.
LE RAGADI
Le ragadi sono piccoli tagli a raggiera sul capezzolo e sull’areola, che possono formarsi dopo pochi giorni di allattamento. Provocano dolore e talvolta sanguinano.
Come comportarsi?
È importante continuare ad allattare, iniziando dal seno meno dolente, ma avendo cura di attaccare in modo corretto il neonato.
Applicare sul capezzolo qualche goccia di latte spremuto dopo la poppata e lasciare asciugare all’aria. Non usare i para-capezzoli di gomma. Se l’allattamento è impossibile usare il tiralatte per far uscire tutto il latte e favorirne la produzione.
Per curare le ragadi si ricorre all’uso di creme cicatrizzanti, da applicare dopo ogni poppata, in genere dopo 3-4 giorni si raggiunge la guarigione. Quando le lesioni si infettano, invece, sarà il medico a prescrivere disinfettanti specifici ed eventuali antibiotici. Le ragadi possono infettarsi, dando luogo a infiammazioni come la mastite.
L'INGORGO MAMMARIO
L’ingorgo mammario è la presenza di mammelle gonfie e dure da provocare dolore alla palpazione, arrossamento e difficoltà al flusso del latte. È presente la febbre (<38,5°C). Ciò accade, nelle prime settimane dopo la nascita, quando la mammella non è svuotata completamente.
Come comportarsi?
È importante continuare ad attaccare il bambino, perché la suzione aiuta lo svuotamento del seno. Indossare un reggiseno di supporto e assicurarsi che sia correttamente messo. Prima della poppata applicare impacchi caldi sul seno e massaggiarlo, mentre dopo la poppata applicare impacchi freddi. Se non è possibile per l’eccessivo dolore, spremete il latte a mano o con un tiralatte.
La miglior prevenzione dell’ingorgo, e il suo trattamento, consiste nell’attaccare spesso il bambino.
LA MASTITE
L’ingorgo può favorire la comparsa di una mastite, infiammazione acuta della ghiandola mammaria dovuta a un’infezione di batteri, ad es., lo Stafilococco aureo, che può verificarsi 2-3 settimane dopo il parto.
La madre manifesta un malessere generale con febbre (T > 38,5°C) e brividi, il seno appare arrossato dolente e si può sentire una zona di indurimento. Il dolore aumenta durante la poppata, fino a costringere la mamma a smettere di allattare.
Come comportarsi?
E’ importante continuare ad allattare, attaccando il neonato anche al seno interessato dalla mastite. Per evitare che la montata lattea si riduca o si blocchi, è necessario, però, continuare a estrarre il latte con un tiralatte o un mastosuttore elettrico. L’infezione va curata usando impacchi freddi, antibiotici e antidolorifici che non compromettono il latte.
Nel caso di formazione di un ascesso sarà necessario inciderlo per drenare il pus. Spesso si inibisce l’allattamento perché una ghiandola mammaria non attiva, guarisce più rapidamente.
Estratto da: C.Paganotti. I DISTURBI DEL SENO DURANTE L'ALLATTAMENTO. dentroCasa p.228 Aprile 2012